CONTROLLO. È fondamentale per bloccare l’evoluzione di questo diffuso difetto
A cura del Dott. Fabrizio Padrin
La miopia è il più diffuso problema salutistico dell’intera popolazione mondiale. Si tratta di un difetto visivo che porta ad una visione sfuocata da lontano: oggetti e immagini appaiono annebbiati e confusi tanto più è elevato il grado di miopia incidente. La causa principale della miopia è l’allungamento del bulbo. L’asse antro-posteriore si allunga di qualche decimo di millimetro, focalizzando le immagini prima della retina.
Nel 50% dei soggetti miopi si associa anche l’astigmatismo che crea distorsioni e complica la compensazione.
Ne soffre il 22% della popolazione europea ma questo difetto refrattivo sta destando grossa preoccupazione per l’incremento esponenziale registrato nell’ultimo ventennio. Vero è che non si tratta di malattia pericolosa ma di degenerazione che viene compensata facilmente con occhiali o lenti a contatto e, raramente, con invasive operazioni chirurgiche.
Oggi gli occhiali rappresentano non più una menomazione, ma una cornice meravigliosa per il proprio viso.
I dati della World Health Organisation parlano chiaro. Nei prossimi 30 anni in Europa si passerà dal 22% di miopi al 40% mentre in Asia, dove notoriamente la popolazione è geneticamente miope con una percentuale attuale del 56%, si passerà al 65%. Molto meno soggetti alla miopia sono i paesi sudamericani e africani. Complessivamente tra 30 anni la metà della popolazione mondiale sarà miope.
Preoccupante l’innalzamento delle miopie elevate, cioè superiori alle 5 diottrie, che nei prossimi 20 anni raddoppieranno. E questo comporterà per i pazienti una serie di degenerazioni retiniche e complicazioni oculari.
È per questo motivo che il Ministero della Sanità prenda coscienza dei dati dovrebbe investire da subito nell’intera filiera di professionisti della visione, a iniziare dagli oculisti, e proseguendo con ortottisti, optometristi e ottici.
Evoluzione in 5 punti
L’evoluzione delle ametropie oculari aiuta deve far capire come sia indispensabile un assiduo controllo in particolare nei soggetti più piccoli. Ma, ecco, i principali fattori di rischio:
1 Età
L’età rappresenta il primo fattore di rischio della miopia e nei bambini più piccoli progredisce maggiormente. Dalle statisticheOms l’incremento annuale in un bambino miope di 7 anni è mediamente di 0,89 diottrie mentre in uno di 12 anni è di 0,45 diottrie. La miopia può aumentare fino al termine dell’università. Normalmente si stabilizza verso i 20/25 anni.
2 Etnia
Gli asiatici sviluppano la miopia molto precocemente e mostrano una incidenza per l’alta miopia più elevata delle popolazioni europee o africane.
3 Familiarità
Se un solo genitore è miope, incide sulla progressionne miopica del bambino per 0,28 diottrie l’anno mentre se entrambi i genitori sono miopi, ancor più se miopi elevati, le progressione cresce sino a 0,78 diottrie/anno.
4 Tempo speso all’esterno
Se un solo un bambino che passa meno di 1,5 ore all’esterno e impiega 3 ore per la visione da vicino ha un alto rischio di sviluppare una miopia evolutiva. Un importante studio sulla popolazione scolastica cinese ha condotto al risultato inequivocabile che la vita all’aria aperta diminuisce la progressione miopica sino al 18% se la permanenza è almeno di 40 minuti, mentre arriva addirittura al 50 % nell’arco dell’anno se si raddoppia a 80 minuti al giorno la permanenza all’esterno. Non solo, ma l’attività all’aria aperta ritarda l’insorgenza della miopia.
5 Tempo dedicato alla visione da vicino
La visione a distanze eccessivamente ravvicinate rappresenta per il sistema visivo uno stress importante.
L’eccessiva accomodazione e convergenza impiegata per distanze inferiori ai 35/40 centimetri contribuisce notevolmente alla miopia.
L’impiego sempre massiccio dei nostri occhi a distanze ravvicinate prima a scuola poi con gli smartphone (20cm) o tablet (30cm) e posture notoriamente scorrette sono tra le prime cause di contribuzione alla miopia precoce.
Prevenzione e metodi di compensazione
Contribuire attivamente alla salute dei più piccoli significa affidarsi a dei professionisti della visione con la consapevolezza che da genitori si può aiutare i propri figli nel modificare le abitudini malsane.
Purtroppo i fattori genetici si possono solo subire ma ottimi risultati si ottengono con una attenta compensazione ottica non invasiva. A volte si ottengono risultati eccellenti con una riduzione della progressione miopica del 20-40%. Anche attraverso un farmaco di esclusiva prescrizione oculistica si possono ottenere ottimi risultati previa valutazione delle eventuali complicazioni.
Molti sono i metodi di compensazione ma non banale è compensare la miopia evolutiva di un giovane che potrebbe sfociare in una forma importante e invalidante. Non è la stessa cosa se il ragazzo a 20 anni si ritrovi con una miopia di -2 diottrie anziché di -6.
Le lenti non sono tutte uguali. Esistono numerose alternative come le lenti free-form e accomodative, meglio se abbinate a materiali per la protezione degli UV-Blu, mentre nel campo delle lenti a contatto le antifatica o ancor meglio le lenti notture ortokeratologiche.
Contrariamente a quanto si sosteneva qualche decennio fa è da bandire la sottocorrezione degli occhiali o delle lenti a contatto, perché non rallenta la progressione miopica anzi contribuisce al peggioramento della situazione.
Riassumendo: portiamo i nostri bambini da specialisti della visione almeno ogni due anni se non manifestano problemi visivi, mentre ogni 6 mesi/1 anno se sono già ametropi.
Fabrizio Padrin